giovedì 28 marzo 2024

Il Pinguino che imparò a volare

Un sogno che divenne realtà

Il pinguino Carlo



Carlo era un pinguino. Il suo nome non gli piaceva, ma la madre lo aveva chiamato così perché si ricordava di un Carlo, il capo spedizione di un gruppo di Italiani che avevano il loro campo base vicino alla loro tana.


Carlo era un solitario. Non gli piaceva giocare con i suoi amici perché lo prendevano in giro proprio per il suo nome. Gli altri pinguini avevano tutti nomi di eroi vichinghi: Ragnar, Loki, Freyr; lui solamente Carlo.

Si era costruito una piccola fortezza di ghiaccio abbastanza lontano dalla tana della famiglia e sognava.

Sognava in grande Carlo, ma aveva paura di raccontare i propri desideri. Anche perché il suo sogno gli sembrava veramente impossibile: voleva imparare a volare.

Carlo aveva studiato e sapeva che nessun pinguino era in grado di volare, ma non si arrendeva e ogni giorno cercava il modo per riuscire a esaudire il suo sogno assurdo.

Carlo era ossessionato dal cielo, dalle nuvole che vedeva inseguirsi veloci e passava ore ad ammirare gli albatri volare nel vento. Immaginava un giorno di poterli raggiungere e di volare con loro.

Provare, provare a rischio di farsi male. Una notte Carlo prese la propria determinazione: avrebbe provato a volare. Scelse una notte ventosa, gelida così non avrebbe incontrato nessuno, nemmeno quei vecchi pinguini che stentavano a prendere sonno.

Si avviò verso nord, all'antica scogliera, quella più in alto.

Si fermò sul ciglio dello strapiombo. L'altezza non era molto alta, ma sapeva che se cadeva si sarebbe fatto male e poi lo preoccupavano le spiegazioni che avrebbe dovuto dare alla sua famiglia, soprattutto a suo padre.

Vinse la paura, Carlo, e si lanciò. Accadde l'incredibile. In un primo momento ebbe la netta sensazione di stare cadendo, ma poi cominciò a volare nell'aria. Carlo dimenticò in un attimo tutte le prese in giro degli amici, i rimproveri del padre e i rimbrotti della madre. Il vento gelido gli colpiva il volto, ma il ghiaccio sotto di lui assumeva le sembianze di un mosaico bianco e blu dove il mare faceva capolino tra il ghiaccio.

Carlo passò più di un'ora in volo e poi atterrò non lontano dalla tana della famiglia. Il ritorno a terra fu brusco. Cadde di lato e si fece male alle zampe, ma era felice.

Da quel giorno Carlo non provò più a volare. Era incerto, pensando che il suo fosse stato solo un sogno, anche se realistico. La sensazione del volo però gli rimase dentro e non lo abbandonò mai.

Aveva imparato che i limiti esistono solo nella nostra mente e che con la tenacia e l'immaginazione si possono raggiungere obiettivi inaspettati.

E ogni volta che guardava il cielo, Carlo ricordava il suo sogno impossibile, un sogno che lo aveva portato a volare.

E ora che potresti fare?






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